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Il Museo MACC osserverà i seguenti orari
Dal Giovedì al Sabato dalle ore 17:00 alle ore 20:00
Domenica dalle ore 10:00 alle ore 13:00
Dal Lunedi al Mercoledì chiuso

Ruben Montini, Questo Anonimato è Sovversivo, 2017

QUESTO ANONIMATO È SOVVERSIVO mostra personale di Ruben Montini a cura di Efisio Carbone e Camilla Pavan

“Da aprile 2017 viaggio attraversando ogni paese dell’Unione Europea portando con me un drappo di cotone bianco lungo circa 30 metri. Chiedo alle persone di essere coinvolte nella creazione di un ricamo collettivo invitandole ad esprimersi senza limiti e confini, così come l’Unione Europea dovrebbe essere.”
Ruben Montini

Opening sabato 29 aprile 2023, ore 18
Presentazione del catalogo domenica 30 aprile 2023, ore 11

dal 29 aprile al 25 giugno 2023
Fondazione MACC, Museo d’Arte Contemporanea di Calasetta, Via Savoia 2, Calasetta (SU)

orari:
dal martedì al venerdì, dalle 17 alle 20
sabato e domenica, dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20 http://www.fondazionemacc.it

La Fondazione MACC ha il piacere di presentare Questo Anonimato è Sovversivo, prima mostra personale in un’istituzione pubblica italiana dell’artista Ruben Montini, a cura di Efisio Carbone e Camilla Pavan. La mostra, che apre al pubblico il 29 aprile 2023 al Museo d’Arte Contemporanea di Calasetta e realizzata grazie al contributo della Fondazione di Sardegna, ripercorre la genesi e gli sviluppi dell’omonima opera dell’artista, risultato di una performance corale e partecipativa iniziata nel 2017 e realizzata in tutti i 28 paesi della Unione Europea.

L’opera, un drappo ricamato di cotone bianco – della lunghezza 30 metri – ha viaggiato per tutta Europa: in ciascun museo, istituzione, spazio o contesto domestico in cui la performance è stata realizzata, il pubblico è stato invitato a ricamare ciò che desiderava, dando vita a un’opera collettiva capace di racchiudere le storie di moltissimi individui. Il titolo dell’opera Questo Anonimato è Sovversivo trae ispirazione da un’intervista di fine anni ’70 di Jean Le Bitoux a Michel Foucault da cui emerge un concetto affascinante dell’anonimato e dalla forte connotazione politica: l’anonimato dei partecipanti al progetto di Montini crea infatti una sorta di visibilità democratica, sovvertendo il potere e aumentando il senso della comunità.

Questo Anonimato è Sovversivo nasce dal desiderio di abbattere le diversità sociali e politiche attraverso la partecipazione diretta del pubblico che, nell’azione del ricamo, trova la
forza di esistere all’interno di una comunità eterogenea che vive nell’unione delle differenze. Durante l’emergenza pandemica, il progetto si è adattato alle esigenze delle restrizioni e si è svolto nelle
case private degli abitanti. Se per le tappe in Francia, Portogallo, Slovenia, Ungheria e Bulgaria l’opera è stata spedita e ricamata, in Olanda i partecipanti hanno lavorato singolarmente e poi inviato il materiale all’artista affinché i ricami potessero essere uniti al drappo.

All’esperienza olandese Montini dedica un’opera inedita e realizza per l’occasione un’installazione dal titolo Questo anonimato è sovversivo – The Dutch experience, 2021-2023.
L’opera, che rappresenta la struttura di una casa, contiene le tracce delle spedizioni che i ricami hanno compiuto dopo essere stati realizzati nelle abitazioni dei cittadini. Ad accompagnare la
narrazione del viaggio di Ruben Montini, in mostra anche il documentario che racconta l’intero progetto.
La mostra è accompagnata dalla pubblicazione del catalogo “Questo Anonimato è Sovversivo” che sarà presentato alla Fondazione MACC domenica 30 aprile alle ore 11. Il testo, corredato di
un’ampia documentazione fotografica, illustra le varie tappe del progetto di Ruben Montini, attraverso una raccolta di testi di curatori che ne hanno seguito lo sviluppo. Con l’introduzione di Ela
Bialkowska e i testi critici di Mirjam Westen, Micaela Deiana, Lýdia Pribišová, Martin Vaněk, Malin Ståhl, Angie Wyman e Sophia Malik, e due interviste all’artista realizzate da Mehdi Dakhli e Ugnė Bužinskaitė.

La performance “Questo Anonimato è sovversivo” è stata realizzata presso: Royal School of Needlework – London, Regno Unito (2017); Museum Europäischer Kulturen – Berlin,
Germania (2017); MAN, Museo d’Arte Provincia di Nuoro – Nuoro, Italia (2017); MCK Multimedijalni Kulturni Centar – Split, Croazia (2018); Designcentrum – Östersund, Svezia (2018); Dum Umeni Mesta Brna, House of the Arts – Brno, Repubblica Ceca (2018); ATOPOS Cvc – Athens, Grecia (2019); Garage Art Space – Nicosia, Cipro (2019); CRUCE Arte y Pensamiento – Madrid, Spagna (2020); Family House – Montreuil, Francia (2020); Family House – Chernomorets, Bulgaria (2020); ACT Gfiajn Tuffiefia, Melliefia, Malta (2020); Family House – Lisbona, Portogallo (2020); Family House – Elblag, Polonia (2020); Temple Bar Gallery + Studios – Dublino, Irlanda (2020); FdG Projects – Bruxelles, Belgio (2020); Tech Arts – Vilnius, Lituania (2020); Casino Luxembourg – Lussemburgo (2020); Museum Arnhem – Arnhem, Olanda (2021); Fiatal Képzomuveszek, Studioja Egyesulet – Budapest, Ungheria (2021); Kunsthalle Bratislava – Bratislava, Slovacchia (2021); Public street – Lubiana, Slovenia (2023); <rotor> Centre for contemporary art – Graz, Austria (2023); Riga Art Space – Riga, Lettonia (2023); Pesula – Fiskars, Finlandia (2023); Eesti Käsitöö Maja rahvakunstigalerii – Tallin, Estonia (2023); Christiania – Copenaghen, Danimarca (2023); Tranzit – Cluj, Romania (2023).

Biografia
Ruben Montini
(Oristano, 1986) Vive e lavora a Torino.
Muovendosi tra la performance e la creazione di opere tessili, tra azioni fisiche e collettive, Ruben Montini articola un pensiero complesso che se da un lato si fa lieve e romantico, dall’altro è una delle più importanti voci narranti delle battaglie odierne della comunità LGBTQ+ in Italia. Performance dopo performance, il suo corpo tende sempre di più a diventare un simulacro di segni e tracce di ciò che le persone LGBTQI+ soffrono ancora oggi all’interno della società contemporanea.

Parallelamente alle sue azioni e alle sue opere tessili, Montini ha iniziato a produrre alcuni progetti collettivi in cui si impegna a coinvolgere il pubblico nella produzione di monumenti temporanei e di rituali che diventano memoriali effimeri per la minoranza della sua comunità. A proposito del lavoro di Ruben Montini, il filosofo italiano Lorenzo Bernini scrive: “L’opera di Ruben
Montini è politica anche quando è intima. O meglio è politica perché intima: uomo gay erede del femminismo, Montini guarda all’universale partendo da sé, protesta contro il male del mondo
ancorandolo alle sue personali esperienze di ingiustizia. Muove dal suo corpo, al suo corpo fa ritorno, ben poco lascia all’astrazione”.

Così argomenta Eugenio Viola: “La ricerca di Ruben Montini si è sviluppata coerentemente, negli ultimi quindici anni, concentrandosi su tematiche scomode ma più che mai urgenti ed attuali,
conducendo un attacco frontale agli stereotipi eteronormativi legati al sesso, all’orientamento sessuale e alle cosiddette ‘identità di genere’, attraverso un ricorso, privilegiato, al medium
performativo [..].

Nel versatile vocabolario plastico di Montini, il ricamo ha sempre occupato un posto centrale. L’artista si appropria di un’attività generalmente considerata muliebre e relegata alle cosiddette “arti minori”, per trasformarlo in uno strumento che celebra, in maniera ironica e polemica, come spesso nel suo lavoro, la sovversione degli schemi socialmente accettati [..].”

Il suo lavoro è stato esposto in diverse istituzioni nazionali e internazionali: < rotor > Centre For Contemporary Art, Graz, Austria; NOMUS, The New Art Museum, Danzica; Gallerie delle Prigioni,
Treviso; Kunsthalle Bratislava, SK; Casino Luxembourg Forum d’art contemporain; GAMeC, Bergamo; FdG Projects, Bruxelles; CRUCE Arte y Pensamiento, Madrid; Museum Arnhem, Olanda;
Villa Adriana, Tivoli; Aleš South-Bohemian Gallery, Hluboká nad Vltavou, CZ; Prometeogallery di Ida Pisani, Milano; Fondazione MACC, Calasetta; Dům umění města Brna, Brno; MKC, Spalato;
MAN_Museo d’Arte Provincia di Nuoro; Museum Europäischer Kulturen, Berlino; Museum for Contemporary Art Ujazdowski Castle, Varsavia; Centre of Contemporary Art, Torùn, PL; Museo
Ettore Fico, Torino; Oratoire du Louvre, Parigi; Castello di Rivoli, Torino.

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